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3 settembre 2018. Trentasei anni dall'omicidio del Generale Dalla Chiesa.

Sono passati 36 anni dalla sera del 3 settembre 1982 da quando tre vite sono state spezzate dall'infida mano mafiosa: quella del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente Domenico Russo. Oggi a Collegno, sono stati ricordati da Don Luigi Ciotti presidente di Libera il quale si è espresso con parole dure contro la "retorica della memoria", ovvero contro tutti quegli elogi formulati solo per riempirsi la bocca con nomi importanti e da persone che poi nella pratica fanno tutto tranne vivere nella legalità. "Non basta commuoversi, serve muoversi".   E dobbiamo muoverci tutti, ognuno di noi deve prendersi le proprie responsabilità davanti alla legalità. Nessuno deve sentirsi escluso. "La legalità non può restare una parola astratta". 

La Storia di F.

F. ha 31 anni e ha paura dell’acqua. Nell’agriturismo in cui fa il lavapiatti c’è una piscina stupenda in cui tutti i ragazzi che lavorano in quel piccolo angolo di paradiso si buttano per rinfrescarsi e per svagarsi alla fine del proprio turno. Tutti ma lui no. F. ha paura dell’acqua. F. è nato e cresciuto in Nigeria, è figlio unico e sua madre è rimasta vedova circa quindici anni fa. Ha studiato economia e nel suo paese lavorava in banca; qui in Italia il suo titolo di studio è un pezzo di carta senza nessun valore. F. è poco più che un vent’enne quando in Nigeria sono arrivati gli jihadisti appartenenti a Boko Haram: cercano di fondare un nuovo Stato Islamico e per raggiungere il loro scopo non hanno scrupoli nell’uccidere e sequestrare donne, bambini e uomini che decidono di non unirsi al loro gruppo.   Un giorno la madre di F. lo ha pregato di scappare: non voleva che il figlio morisse o che fosse obbligato ad unirsi ai ribelli. La vita di suo figlio doveva continu...